martedì 6 novembre 2007

Riflessioni sull'utilizzo dei dati delle fidelity

Trovo interessante l'articolo "Un articolo di Fujitsu Services fa riflettere sull'utilizzo dei dati delle fidelity" apparso sul blog The Retailer .
Nell'articolo vi sono alcune riflessioni che prendono spunto da un articolo di Fujitsu Services, sull'utilizzo che viene fatto dei dati disponibili dalle aziende del retail sulla loro clientela: "Le fidelity gli consentono di sapere chi sono, da dove vengono, come e quando fanno la spesa e cosa comprano, quali sono i metodi di pagamento preferiti, quanto spendono per ogni articolo/categoria/merceologia. Le raccolte punti e i relativi premi gli consentono di sapere a cosa sono interessati davvero. Le lamentele e i reclami gli indicano quali sono le cose che non gli piacciono. ". Per non parlare di clusterizzazione della clientela ed incrocio dei dati citati.
I motivi di questo ritardo? l'autore li identifica principalmente nella necessità di investimento tecnologico nell'analisi dei dati, ma soprattutto la mancanza di capacità nell'interpretazione dei dati, oltre ad alcuni problemi relativi alla privacy. Personalmente ci aggiungerei anche la scarsa affidabilità che talvolta hanno i dati raccolti con le carte fedeltà, indirizzi fasulli, date di nascita inventate, tessere che vengono scambiate tra appartenenti al nucleo familiare. Comunque le raccolte punti, servizi di home delivery ed altre iniziative anche web possono migliorare la qualità del dato, il quale in ogni caso può essere molto interessante anche se limitato a poche informazioni "sicure".

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